ArmoCinema: The Neon Demon

“Niente di falso, niente di finto. Un diamante in un mare di vetro.”

The Neon Demon è un film di Nicolas Winding Refn e si vede: temo che il suo stile sia uno di quelli che o piace o non piace. Io l’ho conosciuto con i film “Drive” e “Solo Dio perdona” e con la pesantissima serie TV “Too Old To Die Young”. Inutile dilungarsi su dettagli da cinefili che io non sarei in grado di spiegarvi con accuratezza, vi basti sapere che il suo stile filmico ruota intorno alle immagini e al simbolismo e che l’utilizzo del colore è sempre certosino. Questo studio del colore è particolarmente evidente in “The Neon Demon”, film che vede come protagonista Elle Fanning. In “The Neon Demon”, infatti, tutte le fasi narrative e, soprattutto, quelle emozionali della protagonista sono scandite attraverso il colore: il blu del candore iniziale, quella di una ragazza giovane, giunta da non si sa dove, che si approccia per la prima volta a un mondo cruento – quello della moda – e poi il rosso, che ci introduce allo smottamento interiore di Jesse verso la consapevolezza della propria bellezza e, conseguentemente, l’arroganza e la solitudine. Ma il blu è adoperato anche per comunicare tensione, freddezza e morte, e per richiamare il mito di Narciso che si specchia nel lago, lago che potremmo identificare nella piscina, quella vuota che segnerà il destino di Jesse e quella che comparirà invece nelle scene finali, prima dell’agghiacciante epilogo. Tutta la fase finale del film vede l’alternanza proprio di blu e di rosso: il blu della piscina, del mare, del cielo e quello del bagno, il rosso dei costumi e dei rossetti di Sara e Gigi, il sangue di quest’ultima.

il blu è adoperato anche per comunicare tensione, freddezza e morte, e per richiamare il mito di Narciso che si specchia nel lago

Il più delle volte Elle Fanning è vestita in accordo con la propria stagione cromatica (Estate Chiara), con abiti dai colori pastello e regali, come rosa antico e glicine, proprio perché i colori della sua palette ne risaltano il candore e la naturale e onirica bellezza continuamente chiamata in causa nel film. Colori che diventano subitaneamente più cupi nelle fasi più concitate e drammatiche del film. Ci sarebbero poi infinite altre implicazioni cromatiche, dal rosso dei capelli di Ruby (Jena Malone), esplicita raffigurazione della lussuria, al goticissimo look finale di Sara (Abbey Lee) che ci accompagnerà nell’epilogo sopra citato, passando per il look klimtiano di Jesse durante lo shooting fotografico.

Ci sarebbe tanto da dire a riguardo, è un film disturbante che fa dell’esperienza visiva, cromatica e simbolista i suoi punti di forza. Chi ama i colori non potrà non apprezzare.

08. 10. 2020

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Illustrazioni a cura di Cecilia Latella